L'amicizia, la solidarietà, il coraggio, la comprensione, la nostalgia, gli affetti, la rabbia per la fine di un amore. E' questo il fil rouge che unisce le dieci canzoni dell'album “Nella stanza 26”, il decimo lavoro di Nek che, in due settimane di permanenza in classifica, ha già superato come vendite il disco di platino. Un disco che sembra essere nato davvero sotto la buona stella, a conferma dei recenti successi ottenuti dal 34enne cantante modenese.
Naturalmente è forte l'impronta pop-rock presente nei brani del cd; un'impronta che Nek ha impreziosito con una ricerca musicale accurata e attraverso suoni caldi e avvolgenti. Non solo storie d'amore. “Nella stanza 26” l'autore di “Laura non c'è”, da sfogo alla sua crescita umana ed artistica ad iniziare dal primo singolo, “Instabile”, subito piazzatosi al terzo posto in classifica.
“E' un brano sulla solidarietà più che sull'amore. E' possibile – racconta Nek durante l'intervista concessa a Set – alleviare il fardello di una persona che si vuole bene facendosi carico di parte del peso del suo dolore. La chiave di lettura di questo brano è l'atteggiamento di condivisione nei confronti di qualcuno che ha un problema e ha bisogno di aiuto”.
E' cresciuto Filippo Neviani (vero nome di Nek), forse grazie anche ai sei milioni di dischi venduti in tutto il mondo e al continuo confronto con la gente, il pubblico, gli ammiratori.
“E' la cosa più bella di questo mestiere. Ogni giorno non è mai uguale a quello precedente. C'è sempre da confrontarsi, da scoprire, da vivere nuove esperienze. Era la vita che volevo sin da quando ho iniziato a fare musica. Mai avrei sopportato di stare otto ore davanti ad un computer, al chiuso di un ufficio. La mia indole si sarebbe ribellata, ne sono certo”.
- Filippo tra le cose belle c'è anche questo disco di platino arrivato ad appena una settimana dall'uscita del cd…
“Da non credere! E' stata una gioia immensa. Quando mi è stata comunicata la notizia – ribatte Nek – ho dovuto metabolizzare un bel po'. Alle belle notizie non ci si abitua mai. Poi con mercato discografico ricco di tante proposte, non sai mai quale può essere la risposta del pubblico. Sono contento, questo per me è un lavoro molto importante…”.
- Un lavoro importante e ricco di spunti non solo legati all'amore
“Mai fregiarsi dei propri successi. Ad ogni album ci si rimette in gioco, è una nuova scommessa. E' un disco sui rapporti umani che non sono solo racchiusi nell'amore. Ci sono canzoni che raccontano le stranezze della società come il dramma della prostituzione, con le ragazze dell'Est ancora costrette a questa assurda schiavitù. Altra canzone di particolare impatto è “Contro le mie ombre” . E' un po' come il coro “Non mollare mai” che si canta allo stadio. Non conta quante volte si cade nella vita, ma la voglia di rialzarsi e riprendere il cammino”.
- Pur non essendo autore di tutti i testi, le tue canzoni hanno sempre spunti autobiografici
“Sono il punto di partenza, il riferimento di ogni tema trattato negli album”.
- Il successo all'estero, i Europa come in America Latina. Come si conquista questo tipo di mercato?
“Non esiste un segreto, sono una serie di fattori a determinare un successo. Conta parecchio il pubblico e poco le strategie commerciali. Il boom all'estero arrivò con “Laura non c'è”. Da allora non ho mai abbandonato il mercato estero. Ho puntato su una presenza assidua, sia con i dischi che con le tournèe. Non ho mai avuto timore a proporre il mio discorso musicale, anche quando c'è stato qualche lavoro che non è andato benissimo. Il concetto ritorna: rimettersi in gioco ogni volta…”
- Hai citato “Laura non c'è”, il Festival: ritorneresti a Sanremo?
“In veste di ospite sicuramente e volentieri. Resto parecchio legato a quel luogo, a quel teatro”.
- Che musica ascolti quando non sei impegnato in studio?
“Innanzitutto la radio che resta sempre un'ottima strumento di diffusione. I generi musicali mi piacciono tutti: reggae, blues, pop. La musica è la mia medicina, ascoltare musica mi fa bene al cervello”
- Da tempo sei seguito da Dado Parisini ed Alfredo Cerreti, due nomi di grande importanza produttiva.
“Due grandi produttori ma soprattutto due grandi amici. Mi danno la possibilità di concentrarmi solo sul mio ruolo. Dado è un grande arrangiatore, Alfredo mi consiglia quale via e quali sonorità adottare in fase di interpretazione. Un trio niente male…”
- Filippo vuoi salutare gli amici della Campania che ti riservano sempre accoglienze piene d'affetto?
“E' un amore reciproco con la Campania da quando ho iniziato a fare musica. Conosco gente alle quali voler bene è il minimo che si possa fare. Ricordo con piacere le prime tournèe. Nello staff c'erano ragazzi di Napoli e di Caserta. A loro associo un solo aggettivo: infaticabili!”
- Napoli in questi giorni piange la scomparsa del Maestro Mario Merola.
“Una persona fantastica – conclude Nek – dotata di una spiccata bontà.
A tutti voi dico di tenere stretto il suo ricordo. La musica serve anche a questo a far rimanere “vivo” quello che si è fatto, quello in cui si è creduto”.
Naturalmente è forte l'impronta pop-rock presente nei brani del cd; un'impronta che Nek ha impreziosito con una ricerca musicale accurata e attraverso suoni caldi e avvolgenti. Non solo storie d'amore. “Nella stanza 26” l'autore di “Laura non c'è”, da sfogo alla sua crescita umana ed artistica ad iniziare dal primo singolo, “Instabile”, subito piazzatosi al terzo posto in classifica.
“E' un brano sulla solidarietà più che sull'amore. E' possibile – racconta Nek durante l'intervista concessa a Set – alleviare il fardello di una persona che si vuole bene facendosi carico di parte del peso del suo dolore. La chiave di lettura di questo brano è l'atteggiamento di condivisione nei confronti di qualcuno che ha un problema e ha bisogno di aiuto”.
E' cresciuto Filippo Neviani (vero nome di Nek), forse grazie anche ai sei milioni di dischi venduti in tutto il mondo e al continuo confronto con la gente, il pubblico, gli ammiratori.
“E' la cosa più bella di questo mestiere. Ogni giorno non è mai uguale a quello precedente. C'è sempre da confrontarsi, da scoprire, da vivere nuove esperienze. Era la vita che volevo sin da quando ho iniziato a fare musica. Mai avrei sopportato di stare otto ore davanti ad un computer, al chiuso di un ufficio. La mia indole si sarebbe ribellata, ne sono certo”.
- Filippo tra le cose belle c'è anche questo disco di platino arrivato ad appena una settimana dall'uscita del cd…
“Da non credere! E' stata una gioia immensa. Quando mi è stata comunicata la notizia – ribatte Nek – ho dovuto metabolizzare un bel po'. Alle belle notizie non ci si abitua mai. Poi con mercato discografico ricco di tante proposte, non sai mai quale può essere la risposta del pubblico. Sono contento, questo per me è un lavoro molto importante…”.
- Un lavoro importante e ricco di spunti non solo legati all'amore
“Mai fregiarsi dei propri successi. Ad ogni album ci si rimette in gioco, è una nuova scommessa. E' un disco sui rapporti umani che non sono solo racchiusi nell'amore. Ci sono canzoni che raccontano le stranezze della società come il dramma della prostituzione, con le ragazze dell'Est ancora costrette a questa assurda schiavitù. Altra canzone di particolare impatto è “Contro le mie ombre” . E' un po' come il coro “Non mollare mai” che si canta allo stadio. Non conta quante volte si cade nella vita, ma la voglia di rialzarsi e riprendere il cammino”.
- Pur non essendo autore di tutti i testi, le tue canzoni hanno sempre spunti autobiografici
“Sono il punto di partenza, il riferimento di ogni tema trattato negli album”.
- Il successo all'estero, i Europa come in America Latina. Come si conquista questo tipo di mercato?
“Non esiste un segreto, sono una serie di fattori a determinare un successo. Conta parecchio il pubblico e poco le strategie commerciali. Il boom all'estero arrivò con “Laura non c'è”. Da allora non ho mai abbandonato il mercato estero. Ho puntato su una presenza assidua, sia con i dischi che con le tournèe. Non ho mai avuto timore a proporre il mio discorso musicale, anche quando c'è stato qualche lavoro che non è andato benissimo. Il concetto ritorna: rimettersi in gioco ogni volta…”
- Hai citato “Laura non c'è”, il Festival: ritorneresti a Sanremo?
“In veste di ospite sicuramente e volentieri. Resto parecchio legato a quel luogo, a quel teatro”.
- Che musica ascolti quando non sei impegnato in studio?
“Innanzitutto la radio che resta sempre un'ottima strumento di diffusione. I generi musicali mi piacciono tutti: reggae, blues, pop. La musica è la mia medicina, ascoltare musica mi fa bene al cervello”
- Da tempo sei seguito da Dado Parisini ed Alfredo Cerreti, due nomi di grande importanza produttiva.
“Due grandi produttori ma soprattutto due grandi amici. Mi danno la possibilità di concentrarmi solo sul mio ruolo. Dado è un grande arrangiatore, Alfredo mi consiglia quale via e quali sonorità adottare in fase di interpretazione. Un trio niente male…”
- Filippo vuoi salutare gli amici della Campania che ti riservano sempre accoglienze piene d'affetto?
“E' un amore reciproco con la Campania da quando ho iniziato a fare musica. Conosco gente alle quali voler bene è il minimo che si possa fare. Ricordo con piacere le prime tournèe. Nello staff c'erano ragazzi di Napoli e di Caserta. A loro associo un solo aggettivo: infaticabili!”
- Napoli in questi giorni piange la scomparsa del Maestro Mario Merola.
“Una persona fantastica – conclude Nek – dotata di una spiccata bontà.
A tutti voi dico di tenere stretto il suo ricordo. La musica serve anche a questo a far rimanere “vivo” quello che si è fatto, quello in cui si è creduto”.